La maggior parte delle aziende cerca ancora di essere più visibile della concorrenza, di avere la voce più grossa, di fare più rumore. Siamo ancora legati a meccanismi in cui le abitudini dei consumatori erano influenzate dagli spot pubblicitari in prima serata. Cerchiamo di sfruttare gli stessi meccanismi di un tempo, che però ora non funzionano più.
Internet è il primo mass media a non essere stato inventato esplicitamente per la pubblicità. La TV e la radio sono nate per trasmettere in massa messaggi pubblicitari, e per anni hanno influenzato le scelte di buona parte dei consumatori. Ma il panorama che troviamo online è diverso: chiunque ha acceso alla rete e può far sentire la propria voce. Milioni di voci diverse, una saturazione di messaggi in cui è difficile farsi sentire davvero. In questo caso, alzare la voce non può funzionare.
Nel panorama digitale di oggi diventa chiara la differenza tra fare pubblicità e fare marketing. La pubblicità è semplicemente una tecnica con cui si presenta il proprio prodotto, in modo da metterlo davanti agli occhi del maggior numero possibile di persone. Il marketing invece è il processo di trovare il proprio mercato, le persone per le quali i nostri prodotti possono fare la differenza.
Pensiamo alle varie tipologie di campagne pubblicitarie online che possiamo fare, ad es. tramite Facebook, Instagram, Adwords, YouTube o tramite invio di newsletter. Tutte hanno lo stesso fine e cioè quello di rendersi visibili il più possibile. Identificare un target di clienti “tipo” e cercare di “colpirli” con la nostra pubblicità. Quello di cui pochi si rendono conto però è che “spargere la voce” è solo un’attività marginale al vero marketing, e che deve essere l’ultimo passo non il primo.